Sabato  19 visita nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, della mostra sui CALCHI di tre Pietà realizzate da Michelangelo Buonarroti.

Il calco è una copia (di una moneta, di una statua, di un oggetto) generalmente realizzata con un materiale duttile (cera o gesso, ma anche bronzo) che si ottiene coprendo l’originale prima con una vernice che lo protegge, poi mettendolo in un contenitore in cui viene versato il materiale duttile (cera o gesso) in forma liquida in modo che lo circondi completamente. Quando il materiale si è solidificato si apre in due o più parti la forma esterna e la si stacca dall’originale. Si ricompone la forma e in essa si versa materiale liquido che assume la forma dell’originale da cui è stata ricavata. Quando la forma interna è solidificata la si separa da quella esterna e la si rifinisce. Le opere più grandi possono essere riprodotte attraverso calchi delle singole parti. I calchi di opere famose vengono utilizzati nelle Accademie artistiche. Ora si usa porre le statue originali all’interno dei musei ed esporre le copie nel luogo di collocazione originaria, per esempio il David di Michelangelo davanti a Palazzo Vecchio a Firenze è una copia, l’originale è alle Gallerie dell’Accademia sempre a Firenze.

Il calco della Pietà di San Pietro della Città del Vaticano è stato realizzato nel 1975.

Il calco della  Pietà di Santa Maria del Fiore a Firenze, detta Pietà Bandini, risale al 1882.

Il calco della Pietà Rondanini è stato commissionato nel 1953 per la scultura, conservata dal 1952 nel Castello Sforzesco.

Con Pietà si definisce la raffigurazione di Maria con il corpo di Cristo morto dopo la Passione e la Deposizione dalla croce. Oltre a raffigurare un episodio evangelico e, per i cristiani, il mistero della morte del Figlio di Dio, rappresenta il dolore terribile di una madre per la morte di un figlio. Una perdita così terribile che, in alcune lingue come l’italiano, non ha alcun termine per definire chi la subisce.

 

La Pietà di San Pietro della Città del Vaticano viene scolpita nel 1498 da un 23enne Michelangelo per il cardinale francese Jan de Bilhères. E’ il suo biglietto da visita per la città di Roma e, nella fascia che attraversa il petto della Madonna, si firma Michelangelo Buonarroti Fiorentino.

Il tema della Madonna che raccoglie in grembo il corpo del figlio morto è un tema diffuso soprattutto nell’Europa settentrionale. Il corpo eretto della Vergine e quello orizzontale del Figlio compongono una piramide resa ancora più maestosa dalle pieghe del vestito. La statua è rifinita fino a rendere il marmo quasi traslucido, la definizione dei dettagli anatomici è precisissima, la bellezza fisica di entrambi personaggi sembra negare l’idea stessa della morte. Il grembo della Vergine, così monumentale e accogliente, sembra impedire al corpo del figlio di scivolare nella morte. L’espressione dei volti, e il gesto della mano sinistra della Madonna esprimono l’accettazione del dolore.

 

La Pietà di Santa Maria del Fiore a Firenze, detta Pietà Bandini, viene realizzata da Michelangelo fra il 1547 e il 1550 e destinata alla propria sepoltura. Raffigura il corpo morto di Gesù sorretto da Nicodemo, uno degli uomini che deposero Cristo dalla croce, e adagiato tra le braccia della madre Maria, mentre un’altra donna, la Maddalena, assiste. Nel volto dell’anziano personaggio, Michelangelo, ormai settantenne, ha raffigurato il proprio autoritratto. L’opera venne completata dell’allievo Tiberio Calcagni con la Maria Maddalena alla sinistra, di scarsa qualità  e sproporzionata..  La scultura raffigura Gesù privo di vita adagiato sulla Madonna che lo sorregge con l’aiuto di Nicodemo in alto e di Maria Maddalena a sinistra, i tre personaggi  formano una composizione triangolare, col corpo inerte di Cristo spezzato in tre linee oblique  che sembra scivolare verso il basso.  Una linea ad arco collega il corpo di Cristo e la testa di Nicodemo.  La drammaticità sprigiona più dalla dinamica disposizione delle figure, che dalle espressioni, piuttosto serene, anche qui viene rappresentata l’accettazione psicologica della morte.

 

Pietà Rondanini   scolpita nel 15521553 (prima versione) e rilavorata dal 1555 circa al 1564; è conservata nel Museo del Castello Sforzesco a Milano. Si tratta dell’ultima opera dell’autore che vi lavorò fino a pochi giorni prima di morire. Il braccio staccato sulla sinistra appartiene alla prima versione del gruppo con la figura del Cristo che sporgeva in avanti, trattenuto dalla figura della Vergine. Michelangelo elimina la testa e il busto già modellati e ricava entrambi i personaggi nel blocco riservato alla figura della Vergine. Il volto della Madonna, girato verso l’alto, viene rimodellato a stretto contatto della testa del Cristo. In questo modo le due figure sembrano compenetrarsi in un moto che può essere interpretato in direzione ascendete o discendente. La descrizione anatomica si perde nel modellato non finito. La stretta unione fra la figura della Madre e del Figlio, l’arco che descrivono entrambe le figure esprimono in una sintesi drammatica l’ineluttabilità e il dolore della morte.