La scuola superiore, un anno trascorso, un anno della mia vita è andato pieno di emozioni, esperienze, ricordo ogni momento vissuto con i miei compagni, con i professori; prima avevo la paura che tutto fosse molto diverso. Il cambiamento delle medie alla scuola superiore, molti dicono che la scuola superiore è un campo di concentramento, altri dicono che è un campo di divertimento, io posso dire che la mia scuola era una via di mezzo, sapevo che non era facile, ma dovevo continuare perché impossibile non poteva essere; prima è stato difficile era tutto nuovo, cioè i professori, i compagni, le materie erano aumentate. Degli aspetti positivi, trovo tanti, magari ogni giornata, ogni scherzi con i miei compagni; ho imparato molte cose dei professori, le sue capacità da insegnare, ma soprattutto i suoi consigli, loro che ci danno parte della sua vita perché noi diventassimo ogni volta migliore; dei miei compagni che se uno è più bravo dell’altro aiutarci per rendere il lavoro unitario. Quest’anno ho imparato che studiare di più, non fa male perché te stesso puoi vedere quanto utile sia per continuare avanti; non soltanto dobbiamo studiare all’inizio o alla fine dell’anno; se non studiare tutti i giorni per capire quale è l’importanza. Facendo del lavoro in gruppo con i miei compagni ho imparato a confrontare le nostre idee, la possibilità di conoscerli di più. Non considero lo studio come un obbligo, ma una opportunità di imparare. Certo, non tutto poteva essere cosi bello, c’erano anche dei momenti che pensavo di non farcela, di non continuare per paura di sbagliare, delle difficoltà, quei momenti che ti senti da sola e produci dei guai grossi senza redirti conto di quanto facile poteva essere. Dei momenti difficoltosi erano quando prendevo un brutto voto in qualsiasi materia, prima pensavo che non era brava, e cominciavo a disperare perché nelle medie non prendevo quei voti; magari non avevo studiato lo sufficiente per prendere un bel voto, ma non dovevo rimanere a guarda il foglio, dovevo cominciare a studiare di più di quanto l’avevo fatto, in questi momenti cercavo alla mia tutor per spigargli come era andata, come potevo fare per superarmi; ho trovato più di una persona all’aiutarmi cercavo una e sono arrivati due, ho trovato in loro una amica, persone di fiducia. Parlare delle mie tutor è parlare di due persone che magari non vedevo o non sentivo tutti giorni, ma so che sono state sempre presenti, sia quando stavo male o stavo bene, nei momenti belli o brutti con i suoi consigli mi hanno fatto riflettere, mi hanno fatto capire che non tutto erano dei bei voti se non tutto doveva essere perfetto, perché noi possiamo sbagliare, ma dobbiamo continuare…! E non renderti mai, perché niente è impossibile quando lo vuoi con il cuore.

— AURORA

 

…il primo giorno non immaginavo che fosse così, tante signore tutte sorridenti e molto gentili che davano il benvenuto. Questa scena mi ha sollevata molto. Appena ho conosciuto la mia tutor ero molto timida, non sapevo che dirle. Non mi aspettavo che il rapporto tra noi e la tutor fosse così, soprattutto tra la mia e me che più che un rapporto tra “maestra e allieva” era più come madre e figlia, perché il nostro legame era così forte, appena mi succedeva qualcosa subito mi sfogavo con lei, qualunque cosa fosse. Molte volte penso proprio di essere stata fortunata ad aver conosciuto ogni singolo tutor perché ognuno di loro è riuscito ad insegnarmi qualcosa di nuovo o ad aiutare me e la mia famiglia, anche se non era nel loro “lavoro”. Loro non mi hanno mai chiesto niente in cambio, tipo degli extra per gli aiuti che davano, anzi, sembrava che a loro facesse molto piacere aiutare il prossimo ed è una bellissima cosa.»

— S., FILIPPINE

 

Sapevo che avrei avuto una tutor e che mi avrebbe aiutata a fare del mio meglio riguardo la scuola e inoltre sapevo di dover comunicare con la tutor da un periodo all’altro, però non sapevo come sarebbe stato vivere questa cosa. Infatti io inizialmente non riuscivo a tenere un buon rapporto con la mia tutor soprattutto perché non ero abituata alla sua presenza nel senso che non riuscivo a tenerla al corrente di tutto ciò che mi succedeva perché io comunque trovo molta difficoltà nel parlare con qualcuno dei miei affari. Dopo di che però mi sono abituata ed è stata lei ad abituarmi alla sua presenza. Ed ho anche riconosciuto la fortuna di averla accanto perché nei momenti di difficoltà soprattutto riguardo la scuola era sempre lei a ridarmi fiducia in me stessa.»

— E., EGITTO

All’inizio ho preso due cinque in italiano e pensavo di non farcela. Poi ho detto alla tutor quello che mi era successo e lei mi ha incoraggiata. Anche in famiglia si era creata una situazione di disagio perché pensavano che avessimo scelto una scuola sbagliata. Ma poi i miei genitori mi hanno dato fiducia e la tutor mi ha accompagnata a un centro dove danno lezioni gratuite, e lì mi hanno molto aiutata. Il mio problema era capire i testi, non capivo niente in antologia e in storia. Un testo dovevo leggerlo molte volte prima di capire. Poi piano piano ho iniziato a prendere dei bei voti.»

— A., SIRI LANKA (arrivata in Italia da otto mesi, iscritta in un liceo scientifico)

 

…all’inizio non avevo ben capito il ruolo della mia tutor, infatti ogniqualvolta incontravo difficoltà a scuola non sapevo che riferendole la situazione potevo essere aiutata. Dal secondo anno però ho compreso meglio e infatti da lì ho avuto una bella relazione con l’Associazione. Non so gli altri ragazzi, ma io in terza media non ero in grado di scegliere una scuola adeguata. Infatti ho sbagliato e grazie alla mia tutor, che si è data molto da fare, ora sono in una scuola che mi piace veramente e che credo sia proprio quella “giusta”. La tutor, che ovviamente ha molte altre cose da fare oltre ad occuparsi di me, durante questi tre anni mi ha seguita tanto: dalle belle “parole” su di me ai miei professori, spiegazioni ai miei genitori, fino alle cartoline e alle lettere a casa…»

— Z., CINA

 

Penso che in questi anni l’Associazione è stata di grande aiuto non solo per la borsa di studio, ma soprattutto c’è un tutor personale con cui parlare se c’è bisogno di qualche consiglio. Anche mio papà ha parlato con la mia tutor quando era preoccupato perché per un po’ di tempo non sono andato a scuola. Con lei ho parlato molto e mi ha fatto parlare anche con la mia coordinatrice di classe, che avevo vergogna a incontrare, e poi mi sono convinto che potevo continuare la scuola. In quei momenti ho pensato che non avrei più meritato la borsa di studio, invece tutto poi è andato bene.»

W., FILIPPINE